giovedì 3 dicembre 2009

Capitolo 5°



Alessandra andava veloce.
Era in ritardo e proprio quella mattina doveva fare da assistente al primario del reparto per una delicata operazione.
Con la sua Fiat Panda della fine degli anni‘80 cercava di fare il prima possibile passando anche con l’arancione ed evitando di dare la precedenza nelle numerose rotatorie.
Passato un incrocio a velocità folle, Alessandra svoltò a destra affacciandosi in un rettilineo che, dopo un centinaio di metri, terminava con una delle solite rotonde.
Era tardi, circa le 9.00 del mattino, e l’operazione era fissata per le 9.15. Se arrivava ancora in ritardo avrebbe sicuramente perso definitivamente il posto di lavoro che tanto faticosamente si era conquistata grazie ad una laurea in Scienze Infermieristiche ottenuta all’università di Parma e a cinque anni di tirocinio come assistente in uno studio medico a Milano.
Arrivò alla rotatoria, non si fermò a dare la precedenza e non si accorse del fuoristrada che arrivava da sinistra.
Lo schianto fu tremendo; le due auto entrarono in collisione con una potenza inaudita.
La macchina di Alessandra venne letteralmente spazzata via, andò sopra l’isola di traffico posta al centro della rotatoria e si capovolse su se stessa parecchie volte. Per lei non ci fu più nulla da fare; venne estratta a fatica dall’auto dai pompieri e venne trasportata d’urgenza al vicino Ospedale Maggiore di Milano, il suo ospedale. Gli fecero delle trasfusioni di sangue, tentarono di rianimarla, fecero tutto il possibile per tenerla in vita ma le ferite erano troppo grandi e troppo estese. Fu portata al reparto di primo intervento dove fu sottoposta ad una operazione alla testa necessaria per rimuovere le schegge di vetro.
Purtroppo l’operazione non ebbe molto successo a causa delle sue gravissime condizioni. Alessandra restò in coma altri due giorni ma purtroppo non ce la fece e abbandonò questo mondo in un battito di ciglia.
L’Ospedale venne colto alla sprovvista e accettò con difficoltà quella situazione; perse una delle più brave ed esperte infermiere ma soprattutto perse una grande persona, di gran cuore e dalla grande generosità.
Perse il suo sorriso che dava il buonumore a tutti anche a chi aveva passato una brutta giornata e il suo fare sempre gioioso in ogni situazione.

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