martedì 16 marzo 2010

Capitolo 3°


Wow! Dissi tra me e me: così giovani e con un così grande spirito d’iniziativa, complimenti veramente! Rimasi colpito dalle parole che uscirono dalla bocca di quel ragazzo anzi, di quei ragazzi; perché mentre parlava uno gli altri ogni tanto si intromettevano aggiungendo particolari, osservazioni. Fu un discorso molto illuminante per un ignorante come me sull’argomento. La serata proseguì con alcuni giochi organizzati dagli stessi animatori e terminò con l’andare a prendere da bere tutti insieme. Questa volta presi una birra, ma solo per fare compagnia agli animatori perché personalmente non sono uno che beve molto. Erano le dieci meno un quarto e io me ne tornai a casa. Mi tolsi la giacca, le scarpe, i pantaloni e mi misi il pigiama; disteso sul letto pensai parecchio all’Operazione Mato Grosso: le foto che ci avevano fatto vedere, proiettate sulla parete, penetravano come una lama nell’animo più profondo di ciascuno, ogni persona in quella stanza credo si sia fatta un esame di coscienza mentre osservava quelle bellissime immagini più vere che mai. Nessuna foto mi aveva mai colpito in quel modo. Certo, vi sono spesso molte pubblicità alla televisione e sui giornali dove si vedono foto di bambini poveri, gente ammalata che soffre, ma sembrano comunque molto distanti dalla nostra realtà, non ci influenzano e, più tempo passa, più tali immagini diventano ricorrenti e banali; quella ventina di foto le avevo ancora davanti agli occhi. Altrettanto significative furono le parole con cui il ragazzo presentava ogni foto. Chi partiva per quelle missioni, non erano solo vecchi preti e coppie in cerca di una strampalata luna di miele ma anche giovani ragazzi dall’animo nobile che hanno messo da parte tutto il loro mondo tecnologico e moderno per dedicarsi ad altri esseri umani che si trovano ad affrontare una realtà ben diversa dalla nostra ma, potrà per noi sembrare assurda, più genuina, naturale, sana e per loro più bella. Vivere in case di pochissimi metri quadri senza sedie  su cui sedersi, senza letti su cui dormire, ma un solo telo disteso a terra con qualche panno a fare da cuscino. Insomma, per noi sarebbe probabilmente impossibile abbandonare tutto e trasferirci in mezzo a loro però vi sono alcuni ragazzi per l’appunto di questa fondazione che per periodi di sei mesi si partono per andare in una della tante missioni sparse fra Brasile (12), Perù (oltre 40), Ecuador (17) e Bolivia (9). Qui arrivati come personale dell’OMG aiutano i responsabili principali della missione che è presente in tale luogo con svariati compiti.

 

Nessun commento:

Posta un commento