giovedì 3 dicembre 2009

Capitolo 3°


Si era proprio innamorato; l’ amore era un sentimento alquanto nuovo per lui: si prospettava l’amore della sua vita.
E fu così.
Disteso sul letto, di giorno e di notte, non faceva altro che pensare a lei che compariva in ogni parte.
La vedeva ogni giorno entrare e uscire dalla sua stanza, camminare frettolosamente per i corridoi e chiacchierare con le colleghe, ma non aveva il coraggio di dichiararsi, la paura del rifiuto e ancora di più la consapevolezza della grande differenza d’età lo trattenevano; il suo io gli sussurrava di lasciare perdere.
C’era poi il cuore che da una parte era quell’organo con atri, ventricoli, arterie che entrano, altre che escono, e dall’altra la fonte di innumerevoli emozioni, sensazioni e pompava forte, forte all’idea di quell’infermiera.
La forza del suo cuore era incredibile e la battaglia fra cuore e ragione lo avrebbe oppresso, a lungo andare.
-Perché non ci riesco?- urlava dentro di sé
-Non posso, non funzionerebbe mai …- questo era il monologo che terminava sempre con un urlo misto fra incertezza e disperazione.
Quando giocava a carte con i suoi amici tirava fuori il discorso quasi per caso, con una maestria incredibile.
Gli altri non ci facevano caso oppure rispondevano con la prima idiozia che li passava per la mente.
Probabile che la risposta ad una domanda, di tipo confidenziale potesse essere:
-A me gli gnocchi piacciono con il burro e salvia- riferendosi al pranzo del giorno precedente.
Oppure semplici sì o no tanto per far tacere l’altro.
Gandelli era così costretto ad abbandonare il discorso e dedicarsi al gioco.

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